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Ibridare l’organizzazione: la natura guida il futuro

Ibridare L’organizzazione: La Natura Guida Il Futuro

Oggi iniziamo a parlare di come ibridare l’organizzazione traendo spunto dalla natura che, in molti e straordinari modi, guida il futuro.

Nell’articolo precedente vi avevamo presentato il nostro modo di fare consulenza di processo con il metodo PICT (per leggere l’articolo clicca qui: LINK). Ci siamo lasciati con qualche domanda: 

  • Come gestire l’emergenza trasformandola in opportunità? 
  • Come sfruttare al meglio la potenza digital e integrarla nella nostra vita lavorativa quotidiana? 
  • Alla luce dei cambiamenti che stiamo vivendo, come mettere nuovamente le persone nelle condizioni di essere valorizzate e di sfruttare a pieno le risorse a loro disposizione?

 

Organizzazione ibrida: la natura guida il futuro

La natura guida il futuro. “A prima vista sembrano un’illusione ottica, oppure un improbabile fotomontaggio. Invece sono due anime, sia pur vegetali, in un corpo solo”. Si tratta della definizione che La Repubblica Torino (per leggere l’articolo clicca qui: LINK) conferisce ad un sorprendente esemplare di albero ibrido in natura. Si chiama Bialbero, ed uno dei due esemplari in Europa si trova a Casorzo (AT). 

Il Bialbero, nato dalla caduta accidentale di un seme di ciliegio su un gelso, è esempio di come due alberi convivono e fioriscono contemporaneamente e in autonomia, traendo nutrimento insieme.  

Di recente, è stato trovato un gemello del Bialbero di Casorzo a Villanova d’Asti (AT). Ci piace, allora, parlarne e rifletterci: la natura ci offre un esempio di come imprevisto e tradizione riescono a convivere creando la straordinarietà, intesa come realtà esemplare fuori dall’ordinario. Potrebbe essere il caso delle organizzazioni che, colte dal dramma imprevisto della riorganizzazione tempestiva e precauzionale indotta dalla pandemia, possono trovare nuovi modi per fiorire insieme nonostante la diversità all’apparenza.

 

Lavorare nel 2020: lo smartworking

Negli ultimi mesi il contesto che tutti noi stiamo vivendo è profondamente cambiato. Sono diverse le modalità di relazionarsi, di vivere la quotidianità, il contesto di lavoro. Molte persone sono per la prima volta entrate a contatto con una nuova modalità di lavoro: lo smart-working. Per alcuni la traduzione è “telelavoro”, per altri è “lavoro da casa”.

Smart-working significa, in realtà, lavoro flessibile. Si tratta di un’opportunità per le persone di svolgere la propria attività lavorativa in orari e luoghi diversi da quelli aziendali. Questa definizione, forse troppo semplicistica, potrebbe però non tenere in considerazione l’enorme evoluzione che vi sta dietro. Persone, team, organizzazioni sono spinti a rivedere processi di lavoro e modalità comunicative. Cambia il modo di vivere il lavoro, sia a livello individuale, che di team.

Tipi di organizzazione

Iniziamo a parlare di come ibridare l’organizzazione: ricordiamo come la natura ci guida verso il futuro pensando al bialbero. 

In METI pensiamo che un cambiamento di contesto così significativo comporti inevitabilmente un ripensamento dell’Organizzazione. 

Pensiamo ad un continuum composto da tre tipologie organizzative differenti: 

  • Tradizionale
  • Ibrida 
  • Diffusa 

Non pensiamo a queste tre tipologie come in opposizione tra loro. Le immaginiamo come fossero posizionate su una linea retta, in cui ai due estremi sono collocate l’organizzazione Tradizionale e quella Diffusa, mentre tra di esse vi è l’organizzazione Ibrida. La differenza principale è data dal grado di introduzione della modalità di lavoro smart-working all’interno di esse. 

 

Modi di organizzare

ORGANIZZAZIONE TRADIZIONALE

L’organizzazione tradizionale è definita dal lavoro in presenza della quasi totalità delle persone al suo interno, all’interno di uno spazio identificato e definito dal datore di lavoro. Questa tipologia organizzativa è caratteristica delle organizzazioni produttive, vincolate a macchinari, modalità, spazi e tempi di lavorazione. 

ORGANIZZAZIONE DIFFUSA

L’organizzazione diffusa è caratterizzata dal fatto che tutte le persone al suo interno siano in potere di lavorare da remoto. 

Un esempio è Amazon, che permette ad aziende e a singoli utenti dotati di p.Iva di utilizzare i propri magazzini in attesa che i prodotti vengano venduti tramite la propria piattaforma. Il processo può, in questo caso, essere buon esempio di “organizzazione diffusa”, poiché non sono necessari spazi e macchinari per produrre o tenere in giacenza la merce. Le persone si limitano a comprare i prodotti e a rivenderli con il proprio brand ad un prezzo maggiorato.

ORGANIZZAZIONE IBRIDA

Come il Bialbero è costituito da due tipi di alberi differenti, seppur con le stesse radici, l’organizzazione ibrida è definita dal lavoro in presenza per una parte delle persone al suo interno (come nell’organizzazione tradizionale) e dal lavoro da remoto per un’altra parte delle persone. Questa modalità di lavoro è quella che meglio si adatta alla maggior parte delle organizzazioni: presuppone un’ibridazione tra smart-working e lavoro in presenza. 

Un esempio potrebbero essere le aziende produttive di beni fisici: le persone impegnate nel processo produttivo nel plant non avrebbero la possibilità accedere alla possibilità di lavoro in smart-working. Al contrario, potrebbero usufruirne i colleghi le cui attività core richiedono principalmente l’utilizzo di PC (area contabile, amministrativa, commerciale, marketing, eccetera), connessi ad un cloud aziendale, non necessitano di una postazione fissa. 

Essere organizzazione ibrida significa adattare i processi prescindendo dal tipo di prodotto o servizio offerto.

Ibridare l’organizzazione: cosa significa che la natura ci guida verso il futuro? Il bialbero nasce dall’imprevisto e si adatta: il secolare gelso sorregge il giovane ciliegio in una proficua convivenza. Come il bialbero, anche l’organizzazione ibrida si fonda sul tradizionale concetto di organizzazione che sfrutta l’innovazione tecnologica per reinventarsi in un contesto nuovo. 

Ibridare l’organizzazione: i vantaggi

Per noi, i vantaggi di un’organizzazione che diventa ibrida sono rappresentati da un’equazione:

Vuoi saperne di più? Clicca qui per scaricare il PDF!

Ibridare l’organizzazione potrebbe diventare pratica consolidata e diffusa con il tempo proprio in virtù della sua duttilità alle varie situazioni aziendali. Il processo, d’altra parte, richiede competenze manageriali complesse: alla base, infatti, è necessaria un’ottima comunicazione tra chi lavora in presenza e chi in smart-working. Si tratta dunque di utilizzare modalità di gestione differenti, che siano però in grado di comunicare e trasferire dati assicurando ai collaboratori di percepirsi parte della stessa struttura organizzativa. 

 

Ibridare l’organizzazione: da dove partiamo?

Quali sono gli aspetti centrali per considerare la propria organizzazione ibrida?

  • Contratto
  • Layout e tempo
  • Processi di lavoro

CONTRATTO

Le persone, a livello contrattuale, sono vincolate da un contratto individuale e non più da uno collettivo, come nell’organizzazione tradizionale. Il contratto individuale stabilisce e regolamenta sia l’attività lavorativa in smart-working, per un numero preciso di giorni a seconda del proprio ruolo e della propria attività, sia l’attività lavorativa presso la sede. 

LAYOUT A TEMPO

La modalità di lavoro in smart-working, come ormai è noto a tutti, prevede una maggior libertà di scelta rispetto a spazi e tempi dell’attività. Recarsi meno frequentemente nella propria sede, e con obiettivi e necessità differenti, comporta la necessità di ripensare in termini smart anche il layout organizzativo

Lo spazio della sede dovrebbe prevedere almeno 4 aree, che abbiano layout differenti a seconda della finalità con cui vengono popolate: 

  • individuale, che agevoli la concentrazione 
  • di teamwork 
  • per il relax e al pensiero creativo 
  • per le riunioni, che assicuri la privacy 

PROCESSI

L’introduzione di nuove modalità di lavoro non modifica i processi organizzativi, quanto piuttosto la loro gestione. Infatti, per processo si intende l’insieme delle attività che creano valore trasformando le risorse in prodotti o servizi. 

Ci sono due tipologie di processi organizzativi, principalmente: 

  • i processi primari, che contribuiscono alla creazione del prodotto o servizio; 
  • i processi di supporto, che non contribuiscono in modo diretto alla creazione del prodotto, ma che sono ugualmente necessari. 

La possibilità di cambiamento a livello di modalità di lavoro mostra come qualità e retribuzione non siano più valutabili in base al tempo dedicato ad una particolare attività, ma rispetto al raggiungimento di obiettivi prestabiliti. 

Si rivela quindi fondamentale per tutti aumentare la consapevolezza rispetto alla collocazione all’interno del processo e, di conseguenza, la loro responsabilità rispetto alle attività. Elementi core sono autonomia, tolleranza dell’imprevisto, gestione dell’incertezza e utilizzo di adeguati strumenti che facilitino comunicazione, allineamento, monitoraggio e verifica dei risultati conseguiti. 

 

Ibridare l’organizzazione: la natura guida il futuro

Nel farci guidare dalla natura verso il futuro, ricordiamoci del bialbero e della straordinarietà a cui può portare l’imprevisto. Da un processo di integrazione di due realtà differenti possono nascere grandi opportunità. Organizzazioni flessibili, inclusive nonostante la dislocazione, nuovi scenari di business, processi guidati da obiettivi, collaboratori proprietari delle rispettive attività e tanto altro.

Ma come gestire al meglio questo cambiamento? Come responsabilizzare e coinvolgere le persone all’interno del processo di cambiamento? Come passare da un modello organizzativo tradizionale ad uno ibrido, mantenendo soddisfazione ed evitando conflittualità?

Ne parleremo la settimana prossima. Non possiamo che dirvi…Stay tuned! 

 

 

Bibliografia:

Arianna Visentini, S. C. (2019). Smart working: mai più senza. Guida pratica per vincere la sfida di un nuovo modo di lavorare. Milano: Franco Angeli Editore

Methodos. (2015). Smart Working: Cambiano le coordinate: Nuovi Strumenti per Orientarsi. Harvard Business Review Italia

 
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