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Disruption: cambiare prospettiva di fronte alla rottura

Disruption: Cambiare Prospettiva Di Fronte Alla Rottura

Disruption: cambiare prospettiva di fronte alla rottura. Eccoci arrivati alle porte della tanto attesa, e altrettanto meritata, pausa estiva e alla conclusione della nostra Digital Season

Oggi vogliamo fare una riflessione riguardo l’anno trascorso, connotato da grandi cambiamenti che hanno stravolto il modo di vivere e di lavorare di tutti quanti noi generando, per certi versi, incertezza e disorientamento. Lanceremo il tema che ci accompagnerà nella prossima stagione che partirà ad autunno: la disruption

Cosa viene in mente e che sensazioni provoca la parola disruption (in italiano, rottura)? Prenditi qualche secondo per chiudere gli occhi e ascoltare che cosa ti suscita.

Tendenzialmente si associa questo termine ad eventi con un impatto di cambiamento piuttosto inatteso e repentino, come il passaggio improvviso dal lavoro in presenza ad homeworking o smartworking.

Quando qualcosa o qualcuno si “rompe” non è mai un evento piacevole, ma bisogna acquisire consapevolezza che la rottura può dar vita a nuovi modi di pensare ed agire. Il rialzarsi dopo una caduta, l’allenarsi ad avere uno sguardo diverso verso l’imprevisto, possono essere elementi di crescita, di innovazione e soprattutto di benessere (non ti suona familiare al concetto di antifragilità? Ne abbiamo parlato in questo articolo: CLICCA QUI!). 

 

Disruption: quando la rottura è inevitabile

La rottura è parte della nostra esistenza: si rompono gli oggetti, gli equilibri, le relazioni, persino le persone. Quello che possiamo imparare è non tanto evitare la rottura, che in alcune circostanze sembra quasi inevitabile, quanto più accoglierla e valorizzarla, apprendendo da essa. Far sì che l’elemento rotto sia ripensato attraverso nuovi occhi o nuove basi, per renderlo più forte e solido nel nuovo contesto.

La tecnica del kintsugi (pratica giapponese che consiste nel riparare un oggetto rotto attraverso l’uso di un collante di colore oro o argento) è una grande dimostrazione di valorizzazione della rottura. Le fratture diventano trame preziose che favoriscono la nascita di nuove opportunità e funzionalità.

Molto spesso, nella nostra quotidianità, viviamo piccole situazioni disruptive che ci portano a deviare dagli schemi prefissati e a scegliere nuove prospettive. 

Prova a pensare al drammatico momento in cui viene sospesa la linea della metropolitana mentre stai cercando di raggiungere il luogo di lavoro: un evento così non può suscitarti sensazioni o pensieri positivi, anzi tutt’altro. Eppure, anche in quell’occasione, faresti una scelta che potrebbe rompere una tua abitudine. Potresti scoprire nuove modalità per recarti al lavoro, o addirittura durante il nuovo tragitto potresti trovare delle scorciatoie.

 

Disruption: quando abbiamo bisogno della rottura 

Non c’è solo la disruption subìta, ma ci sono anche momenti di rottura ricercata e desiderataSono un esempio le vacanze, che rappresentano il momento di interruzione, disconnessione e rilassamento per eccellenza. È una rottura con il quotidiano, con le pressioni lavorative e familiari. È una parentesi di benessere che agevola l’immergersi nelle proprie passioni e desideri, è un momento di attesa e potenzialmente di grande crescita. Perché fermarsi è così importante? 

  • Aiuta il corpo e la mente a recuperare energie; 
  • Permette di riflettere sugli eventi a posteriori; 
  • Favorisce la generazione di nuove idee;
  • Promuove il pensiero prospettico e laterale

 

Disruption: cambiare prospettiva di fronte alla rottura

  • Integrare i due volti della disruption: “i momenti felici e scelti” e quelli “apparentemente subiti”. È l’essenza della resilienza e dell’antifragilità. 
  • Cambiare prospettiva: accogliere l’inatteso. Osservare il fenomeno nella sua essenza: le sue caratteristiche, da cosa è stato generato, le influenze che subisce (anche da noi). 
  • Apprendere da ogni evento: riflettere sull’evento per comprendere le cause, le modalità relazionali, le possibili conseguenze per acquisire maggiore consapevolezza. 
  • Agire su sé stessi: come affrontare la rottura. In base alla situazione si possono mettere in atto diversi comportamenti: 
    1. Far affrontare la situazione ad una persona esperta e competente (si rompe la lavatrice e chiamiamo l’idraulico);
    2. Partecipare come osservatore (rubare il mestiere con gli occhi);
    3. Restare in attesa e sospendere il giudizio

 

Disruption: cambiare prospettiva nelle organizzazioni 

Nei contesti lavorativi in cui la disruption viene vissuta attivamente, in modo da vivere la rottura come un momento centrale per generare nuove modalità di pensiero e di azioni, emergono come protagoniste indiscusse le comunità di pratica: “le aggregazioni informali sono definite non solo dai loro membri, ma dal condividere i modi in cui si fanno le cose e si interpretano gli eventi. Nelle comunità di pratica le relazioni si creano attorno alle attività e le attività prendono forma attraverso le relazioni e particolari conoscenze ed esperienze diventano parte dell’identità individuale e prendono posto nella comunità” (Zucchermaglio, 1994, p.247).

 

Ti aspettiamo a settembre caric* e rigenerat*, nel frattempo ti auguriamo buone vacanze, con un pezzettino di canzone che riteniamo disruptive

I tamburi annunciano un temporale

Il maestro è andato via

Metti un po’ di musica leggera

Perché ho voglia di niente

Anzi leggerissima

Parole senza mistero

Allegre ma non troppo

Metti un po’ di musica leggera

Nel silenzio assordante

Per non cadere dentro al buco nero

Che sta ad un passo da noi, da noi

Più o meno

“Musica Leggerissima” Colapesce – Dimartino

 

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