DAD e digital training: tra New York e Mumbai
DAD e digital training. Siamo giunti all’ultima settimana del nostro mese sul digital training. Negli scorsi articoli vi abbiamo parlato di cosa intendiamo noi di METI per digital training e vi abbiamo presentato i 5 fattori che secondo noi sono fondamentali per realizzare una formazione digitale di successo (ti sei perso qualcosa? Clicca qui: LINK).
Ma cosa c’entra la DAD con il mondo della formazione?
Oggi vogliamo approfondire il tema del training in digital partendo da una nuova prospettiva, esplorando insieme la visione di due insegnanti. Da più di un anno la realtà scolastica ha subito una grande trasformazione: la chiusura delle scuole infatti ha colpito quasi il 94% della popolazione studentesca mondiale (Policy Brief: Education during COVID-19 and beyond).
Per questo motivo, il mondo della didattica si è trovato ad adottare nuove modalità di fare scuola, nel senso vero del termine. E’ così che nel contesto scolastico ha preso piede la DAD, Didattica A Distanza, una modalità di formazione e apprendimento in digitale.
Ne abbiamo parlato con Sandra Casagrande, docente universitaria presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università Bicocca di Milano, e Francesco Puliti, docente di Lingua e letteratura italiana presso un Liceo Scientifico di Melegnano.
DAD: qual è la visione?
Pensando alla DAD, sono emerse due diverse immagini e metafore. Da un lato New York, un mondo moderno, digitale, in cui persone, mare e grandi parchi coesistono; dall’altro Mumbai, una cattedrale nel deserto, sfarzosa e tecnologica, ma costruita nel nulla e con palazzi per lo più sfitti.
DAD: quali sono i metodi più efficaci?
Il concetto individuato come centrale dai due docenti è l’integrazione. Integrazione è tra lezioni sincrone ed asincrone e tra lezioni frontali e altre in cui viene dato più spazio all’interazione e al confronto con i partecipanti.
Per entrambi i due docenti, fondamentale è presidiare il contesto formativo, indipendentemente che si tratti di didattica in ambito accademico o di scuola secondaria.
Sono tre i momenti, durante una lezione, che devono essere considerati:
- sezione prettamente didattica, per una condivisione di concetti e teorie di riferimento;
- interazione e scambio con gli studenti, per ingaggiarli ed esplorare nuovi aspetti dell’argomento;
- verifica degli apprendimenti.
L’utilizzo di strumenti che favoriscono interazione e scambio con gli alunni si è rivelata l’arma vincente: entrambi i docenti concordano infatti sulla necessità di trovare delle modalità che promuovano attenzione ed ingaggio dei ragazzi.
DAD e digital training: com’è cambiato il ruolo del docente?
Il passaggio dalla lezione in presenza a quella virtuale ha indotto una profonda trasformazione del ruolo del docente, aprendo a un ampio e nuovo ventaglio di opportunità. Al contempo, tuttavia, questo ha messo in crisi i tradizionali metodi didattici. Questo è tipico di ogni situazione di cambiamento. Infatti, come evidenziato dai due professori, è stato necessario ricercare e re-inventare per rendere le lezioni online e il materiale didattico più coinvolgenti, stimolanti e accattivanti al fine di promuovere un apprendimento efficace. Emblematica in questo processo è l’affermazione di Francesco Puliti “il docente è diventato uno youtuber”.
La rapida transizione al digitale, però, ha messo in luce un gap di disparità rispetto alle competenze digitali all’interno del corpo insegnanti: per i giovani è più semplice integrare la tecnologia nelle loro attività. Tuttavia, questo dato favorisce l’emergere di una modalità alternativa di mentoring: il reverse mentoring. Vale a dire, i giovani insegnanti assumono il ruolo di guida nei confronti dei docenti con più esperienza, ma meno capacità digitali, promuovendo un reale scambio di competenze.
DAD: come cambia il ruolo dello studente?
Le risposte a questa domanda hanno portato a due prospettive diametralmente opposte. Nella realtà universitaria, secondo la professoressa Casagrande, l’introduzione della DAD ha portato cambiamenti positivi, “un gruppo molto attivo, sveglio e capace”.
Rispetto alla realtà liceale, il pensiero del professor Puliti è differente: “gli studenti si sono trasformati da soggetti attivi a soggetti passivi”. Questo, ci spiega, perché lo studente liceale tende ad assumere il ruolo di spettatore davanti ad uno schermo, con una notevolmente ridotta propensione al dialogo o all’intervento attivo.
Emerge anche come, soprattutto nell’ambito liceale, si siano osservate forti implicazioni psicologiche ed emotive, dovute all’isolamento ed all’appiattimento relazionale. In un periodo come quello dell’adolescenza queste possono incidere sulla motivazione e l’attenzione verso il contesto scolastico.
DAD e digital training: quali sono le caratteristiche efficaci?
I due docenti hanno evidenziato cosa non può mancare in una lezione virtuale efficace. La DAD deve infatti essere:
- stimolante, sia per i docenti che per gli studenti;
- coinvolgente e interattiva;
- inclusiva, nel rispondere ai bisogni, alle aspettative e alle capacità.
Dunque, sia per i docenti che per gli studenti, il contesto richiede uno sforzo di adattamento.
Da una parte, agli studenti è richiesto di stare all’interno di modalità relazionali digitali nuove, che richiedono diversi sistemi di interazione e relazione. Come riportato precedentemente, l’isolamento ha avuto delle conseguenze psicologiche emotive che, in un momento di sviluppo come quello dell’adolescenza, possono avere un impatto sul proprio modo di “stare e vivere” la scuola, ma anche il mondo.
Dall’altra, ai docenti è richiesto un ripensamento delle metodologie e degli strumenti didattici. Questo può essere fatto solo mettendosi in discussione e aprendosi all’acquisizione di nuove competenze, in particolare quelle digitali, che permettano una migliore gestione e utilizzo del digitale. Oltre a queste, risulta necessaria l’adozione di un linguaggio più veloce e immediato, che favorisca il coinvolgimento e catturi l’attenzione degli studenti.
DAD e digital training: tra New York e Mumbai
La parola chiave per portare New York a Mumbai? Per noi è integrazione: integrazione tra modalità di formare, competenze, tra natura, storia e modernità tipiche di New York. L’obiettivo è ripopolare la nostra Mumbai, valorizzando la sua bellezza e facendola conoscere per le sue ricchezze e potenzialità.