Oggi parliamo di montagna e organizzazione: raccontiamo di una cordata verso la resilienza.
Avete mai sentito parlare di resilienza? Ovviamente. E di resilienza tridimensionale? Vi ricordate la metafora della cordata?
Tommy Caldwell compie, insieme a Kevin Jorgeson, un’impresa nella storia dell’alpinismo scalando la Dawn Wall, una parete di granito nel parco naturale dello Yosemite in California. Con riprese mozzafiato si racconta la scalata durata 19 giorni, che si alterna a resoconti della vita di Tommy, dall’infanzia difficile al rapimento in Kirghizistan. Questa è la storia di due persone, due alpinisti, che hanno imparato i movimenti l’uno dell’altro, fino a realizzare un movimento di squadra. Il team ha raggiunto la vetta desiderata agendo in una visione condivisa e progettata. Ha saputo coordinarsi e adattare le proprie scelte al contesto. Ha esercitato la leadership diffusa e di servizio, scoprendo nuovi appigli, mostrando nuove strade.
Questa è una storia di vita, di coraggio, di forza, di resilienza: “possiamo spingerci molto più in là di quanto pensiamo”. È qui che parte la storia di Tommy Caldwell raccontata in un film documentario del 2017: “The Dawn Wall”. Ci piace questa storia, perché siamo certi che ogni organizzazione in questo momento stia scalando la sua Dawn Wall. E allora è utile pensare e agire come in cordata, divenendo un team che, con visione prospettica, organizza le proprie mosse, si coordina, affronta l’imprevisto, sviluppa resilienza tridimensionale.
“Ha preso la parola avversità e l’ha riformulata in crescita” (The Dawn Wall, 2017).
Questo è quello che intendiamo quando parliamo di resilienza individuale. Si tratta di contemplare la possibilità che ogni esperienza, anche la più dura, possa diventare occasione. Per farlo è necessario sentire di governare le proprie risorse, di volersi impegnare nell’impresa e soprattutto di appassionarsi alla sfida che la vita ci ha messo davanti.
“Abbiamo lavorato così tanto per arrivare a questo momento, non ci resta che fare un respiro profondo e iniziare l’arrampicata” (The Dawn Wall, 2017).
Questo è lo spirito della resilienza del team, dell’organizzazione: la consapevolezza che tutto ciò che è venuto prima ci ha preparati a questo momento, e che si tratta di iniziare a scalare, insieme.
“Al mattino, c’è una porzione della parete che viene illuminata per prima, ecco perché si chiama the Dawn Wall, il muro dell’alba… Iniziai la mia ricerca di un modo per scalare quella parte del muro (The Dawn Wall, 2017).
E queste sono l’attenzione, il rispetto, la cura per il contesto in cui ci troviamo. Nel quale il nostro viaggio si svolge. Insieme, in cordata appunto, come dicevamo nello scorso articolo (leggi qui!).
Nella cordata verso la resilienza si parte da:
Nelle nostre riflessioni, volte a sostenere le organizzazioni, siamo partiti proprio da qui, dalla capacità di affrontare insieme le sfide della situazione attuale, dove il dar ordine al caos sembra sempre più difficile, e quindi, appare necessario acquisire un approccio organizzativo orientato alla resilienza tridimensionale.
Il concetto di resilienza è diffuso in tutti gli ambiti in cui la flessibilità diventa la competenza più richiesta al genere umano, ma anche animale. La capacità di adattarsi, di vivere il cambiamento, di adeguarsi alle sfide del presente per osservare con sguardo prospettico il futuro. A noi piace chiamarla resilienza tridimensionale perché ogni riflessione fatta in un contesto organizzativo non può non considerare tre dimensioni chiave:
Ogni dimensione ha delle sue caratteristiche ed una sua forza resiliente che deve combaciare con le altre. Questo modo di operare viene definito agire resiliente e consente di sfruttare sfide e criticità per accrescere le proprie risorse e capacità, di sviluppare nuove competenze e creare nuove opportunità (Sutcliffe e Vogus, 2003).
La resilienza tridimensionale appare un concetto nuovo frutto di riflessioni e studi che analizzano i contesti organizzativi e ritrovano in questi sistemi complessi componenti tridimensionali. Ad esempio, il modello proposto da Martinelli e Tagliazucchi (2018) vede l’azione sinergica di diversi fattori: il capitale sociale e organizzativo e l’approccio individuale dell’imprenditore (resilienza individuale, capacità di vendita e orientamento al mercato, strategie più generali di gestione dell’attività commerciale).
In numerosi studi presenti in letteratura ci si focalizza sull’importanza e la valorizzazione del capitale sociale (Pal et al., 2014; Lengnick-Hall e Beck, 2003). Si sottolinea il ruolo delle relazioni tra gli individui, basate su reciprocità e fiducia, come “riserva di ulteriori risorse e competenze a cui attingere in caso di necessità”. La resilienza d’impresa dipende infatti anche dalla capacità di coltivare relazioni basate su fiducia e supporto all’interno della rete di individui e imprese con cui si interagisce (Martinelli e Tagliazucchi, 2018). Altri studi sottolineano, ancora, come la riflessione organizzativa debba essere contestualizzata, in quanto ogni contesto ha delle sue peculiarità ed influenza l’intera organizzazione.
Come approcciarsi alla resilienza tridimensionale?
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Siamo pronti ad essere nella vostra cordata verso la resilienza!
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