Europei2021: sport e coaching sostenibile. Finalmente ci siamo! Dopo una lunga attesa finalmente sono cominciati: gli Europei2021. In occasione della conclusione della Digital season di METI, vogliamo proporvi un parallelismo tra coaching sportivo e il coaching aziendale, che ci piace definire sostenibile.
Durante le partite degli Europei 2021 sentiamo sempre più parlare di prestazioni eccellenti e di talenti del mondo del calcio. Ma quale tipo di preparazione è necessaria per competere a quei livelli? È sufficiente la preparazione fisica? Oggi proveremo a rispondere a questi interrogativi…
Di cosa si tratta? In questo mese abbiamo imparato a conoscere il coaching come un metodo di sviluppo basato sulla valorizzazione e l’allenamento delle potenzialità personali. Il coaching è per noi un’alleanza operativa, che attraverso un processo relazionale stimola la riflessione ispirando la persona a massimizzare il suo potenziale.
L’obiettivo? Raggiungere gli obiettivi professionali, concordati tra coach e coachee, attraverso lo sviluppo della motivazione intrinseca, rafforzando autostima e potenzialità della persona, rispettandone l’equilibrio personale.
Importante è implementare un coaching sostenibile, che adatti modalità e struttura al potenziale della singola persona ed ai suoi obiettivi all’interno dell’organizzazione di cui fa parte.
Da tempo ormai in ambito sportivo ci si è resi conto che le prestazioni di un atleta non dipendono solamente dalla sua preparazione fisica e dalle sue capacità tecniche, ma anche dalla sua preparazione mentale. Un’adeguata preparazione tecnico-tattica e fisico-atletica raggiunge il massimo del suo risultato quando si affianca ad un’altrettanto buona ed accurata preparazione mentale.
Le tre componenti giocano un ruolo fondamentale e, se l’obiettivo è quello di ottenere una prestazione eccellente, nessuna può prescindere dalle altre, poiché si completano e valorizzano a vicenda. Lo sport coaching propone quindi una prospettiva a 360°. Alla base c’è l’unicità e il potenziale da valorizzare, all’interno del contesto socio-relazionale in cui ciascuno agisce.
Nel caso dello sport coaching l’obiettivo finale è quello di allenare le capacità e le potenzialità della mente per tendere a livelli di eccellenza l’intero potenziale del singolo atleta o dell’intera squadra, valorizzandone ed esaltandone i punti di forza ed imparando a gestire in maniera consapevole, con il giusto atteggiamento e la giusta preparazione mentale, le aree di miglioramento. Quindi non si tratta di raggiungere solamente la cosiddetta peak performance in uno specifico evento o situazione. Ci si propone piuttosto di accompagnare il coachee in un processo di sviluppo e valorizzazione delle sue potenzialità per integrarle e renderle flessibili ed utilizzabili a seconda delle richieste del contesto.
Torniamo agli Europei2021. Ad oggi, nel mondo del calcio sempre più atleti si rivolgono alla figura dello sport coach. Gli esempi sono tanti, alcuni hanno pubblicamente sottolineato l’importanza di questa figura professionale per la propria crescita professionale. Tra i tanti, Leonardo Bonucci, calciatore della Juventus FC e Stefano Sensi, calciatore dell’Inter FC.
Quest’ultimo afferma:
“Durante il percorso di coaching mi è arrivato un click che mi ha fatto cambiare prospettiva. Ho cominciato a percepire quanto il mio corpo ascoltasse la mia mente, a sentire e a parlare col mio corpo come fosse un mio amico. Tutto questo mi ha permesso di superare con più facilità gli ostacoli e, di conseguenza, trovare le giuste strategie”
Negli scorsi articoli vi abbiamo presentato cosa noi di METI intendiamo per coaching ed il nostro modello di cambiamento sostenibile. Una modalità di lavoro, instaurata nella relazione tra coach e coachee, che promuova un cambiamento rispettoso degli equilibri sociali pre-esistenti e della crescita della persona (ti sei perso i nostri ultimi articoli? Clicca qui!).
I punti in comune tra diverse tipologie di coaching sono tanti. Sport e coaching sostenibile pongono al centro la persona nella sua unicità, supportandola nella valorizzazione delle proprie aree di forza ed imparando a gestire le emozioni che l’attività professionale comporta.
L’unicità guida il processo di sviluppo, il quale deve essere integrato all’interno del contesto (sia esso un team sportivo, sia esso un team di lavoro) a cui la persona appartiene. La relazione tra coach e coachee è lo strumento di lavoro: un vero e proprio catalizzatore ed acceleratore del risultato.
La parola chiave è persona.
Al di là dell’ambito di utilizzo del coaching, sia esso sportivo o organizzativo, al centro del processo c’è sempre la persona, con le proprie sicurezze ed insicurezze, da accompagnare e supportare nel suo percorso di sviluppo, valorizzandola e fornendogli strumenti che gli permettano di raggiungere una maggiore consapevolezza di sé.
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