Coaching in digitale: verso un cambiamento sostenibile. Oggi apriamo l’ultimo mese della nostra digital season (ti sei perso un articolo? Clicca qui per recuperarli tutti) con un nuovo tema. In questo periodo di riaperture si sono fatte più limpide di fronte a noi le opportunità di rinascita e di cambiamento che la pandemia ci ha portato. Insieme a queste, la digital transformation ci ha proposto un’altra sfida: il coaching, o meglio, il coaching digitale.
Come integrare un’efficace e tramandata modalità di lavoro in presenza con un’altrettanto auspicata nuova modalità da remoto? Quali sono gli elementi a cui prestare attenzione?
Sembra arrivato il momento di cogliere, e soprattutto accogliere, alcuni tra gli effetti collaterali dei cambiamenti che sono avvenuti nell’ultimo anno e mezzo. Chi con più affanni e chi più agevolmente, ci siamo inevitabilmente adattati a nuovi contesti, per lo più digitali. Oggi ragioniamo insieme sulla differenza tra adattarsi e crescere.
Crescere, a livello personale e lavorativo significa saper afferrare con consapevolezza le potenzialità del cambiamento e coglierne la potenza trasformativa. In questo modo, è possibile rileggere i “side effects” sotto nuove luci, cercando di comprenderne le ombre e di mutarli in “up-side effects”. Si tratta di passare dall’emergenziale all’emergente.
Ma come fare a cogliere le opportunità, a darsi una direzione e scegliere i binari giusti, tenendo conto delle complessità, senza essere travolti? E, a livello lavorativo, come andare nella direzione di un cambiamento sostenibile, che tenga conto delle esigenze trasformative delle organizzazioni e, allo stesso tempo, dell’unicità dei vissuti personali e professionali delle persone che ne fanno parte?
In questi ultimi mesi noi di METI abbiamo provato ad immaginare un modello di cambiamento sostenibile. Quello che intendiamo è un cambiamento rispettoso degli equilibri sociali pre-esistenti e che si focalizzi sulla crescita delle persone.
Immaginiamo un processo lineare e graduale per Cambiare (con la C maiuscola), che integri diversi status in cui è possibile trovarsi. Non solo una zona di comfort e di apprendimento, ma anche e soprattutto il passaggio attraverso l’incertezza, andando verso una vera e propria zona di crescita.
Il cambiamento, nel passaggio da zona di confort a quella di crescita, richiede energia, volontà e fatica. L’apertura a nuove prospettive necessita l’accompagnamento nel processo da parte di esperti. Nella zona di transizione dall’apprendimento alla crescita vera e propria il coaching può offrire supporto e accompagnamento.
Il coaching è un percorso di sviluppo individuale e personalizzato, che si realizza in una relazione one-to-one tra due individui: un coach e un coachee, principalmente attraverso strumenti comunicativi e relazionali. L’obiettivo di un buon esperto del cambiamento è quello di aiutare il suo coachee ad avviare un cambio di prospettiva, per scoprire nuovi approcci e raggiungere i suoi obiettivi. Un coaching sostenibile adatta le modalità e la struttura al potenziale della singola persona e ai suoi obiettivi all’interno di un’organizzazione.
Già dal primo incontro tra coach e coachee si definiscono, insieme, gli obiettivi di sviluppo, l’agenda e le modalità di svolgimento del coaching. La peculiarità di un percorso di coaching, rispetto a percorsi di formazione, risiede nella sua capacità di ri-mettere al centro delle organizzazioni la persona, bisogno che è emerso ancora più forte in questo periodo di digital transformation.
L’apprendimento è un processo complesso con basi neurocognitive definite e note. La digital transformation e i relativi cambiamenti non possono non tenere in considerazione gli effetti che diversi contesti hanno sui processi di apprendimento.
Ciò che è importante è che il coaching avvenga in un contesto e in uno spazio protetti. Il digitale ha offerto l’opportunità di vivere lo spazio e il tempo sotto nuove forme. E’ importante capire come far uso al meglio di un incontro in digitale o in presenza e differenziare le modalità sulla base del contesto, per trovare il modo più adatto a favorire il cambiamento.
L’analisi della situazione, per noi, si fa insieme. Sarà il coachee a decidere, assieme al coach, in che situazione può essere più efficace una modalità piuttosto che un’altra, cosa è meglio per la specificità del caso e ciò che lo fa stare più a suo agio in ciascuna tappa del percorso.
Il coaching in digitale, entrato come alternativa, può essere complementare al coaching in presenza. Nella partita tra digitale e non digitale, quello che ci sembra più opportuno è mantenere ciò che c’è di buono di entrambe le squadre e proporre una metodologia ibrida, personalizzata. Come in qualsiasi percorso di crescita il futuro non può tornare ad essere il passato. Un vero cambiamento si attua quando trasformiamo, partendo dal passato, le vecchie modalità in modalità nuove che siano di più della somma delle parti.
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