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Role crafting: modellare il proprio ruolo

Role Crafting: Modellare Il Proprio Ruolo

Oggi parleremo di role crafting: modellare il proprio ruolo. Nelle scorse settimane ci siamo concentrati sullo smartworking e sulle nuove organizzazioni ibride (TI SEI PERSO I PRECEDENTI ARTICOLI? CLICCA QUI: LINK). Questo mese ci concentreremo sulle risorse che ciascuno di noi può reinventare per affrontare efficacemente il cambiamento nella nuova cultura digital.

Non possiamo dirigere il vento, ma possiamo orientare le vele.
(Seneca)

Questa frase ci ricorda di dar senso alla nostra vita orientandola verso degli obiettivi. Risulta fondamentale non arrenderci al caso o al destino, ma lavorare affinché esso sia dalla nostra parte.

 

Role crafting: ripensiamo l’organizzazione 

La pandemia e il lockdown hanno costretto il mondo a ripensarsi e, in certi casi, a “svecchiarsi” e “rimodernarsi”. Nell’era del digitale, della modernità, dell’ibrido, la pandemia ci ha colpito. I dati ci indicano che anche le realtà che sembravano più strutturate ed organizzate vacillano: i saperi più esperti tentennano, non vi è più alcuna verità condivisa ed assoluta. 

Cosa poter fare in questa nuova realtà? E perché la vecchia visione del mondo non è stata utile a fronteggiare questo enorme imprevisto? Queste sono le domande che tutti noi dobbiamo porci per riflettere su di esse e poter operare scelte più fruttuose in futuro. 

 

Modellare il proprio ruolo: da dove partiamo

Come abbiamo visto insieme nel corso dello scorso mese, risulta utile per tutte le organizzazioni ripensare a sé stesse, ai propri modi di operare, di pensare, di organizzarsi. In questa direzione, abbiamo visto come sia utile sviluppare parallelamente lo smartworking, nuovi modelli di gestione delle persone e strategie di monitoraggio e valutazione innovative.

Come per il bialbero, anche per le organizzazioni questo processo di ibridazione permette di far coesistere due modalità, una tradizionale e una più innovativa, in un unico modello integrato. La contaminazione di tradizione e innovazione, di digitale e analogico, di vicinanza e lontananza, porta anche i nuovi professionisti a sviluppare altre competenze e una nuova visione del ruolo. 

 

Role crafting: modellare il proprio ruolo

Sviluppare nuove competenze in ambito professionale e ridefinire i ruoli è possibile partendo da una rilettura delle nostre esperienze in altri campi di vita, traslando le risorse acquisite e costruendo così un sapere “multicompetente”.

Già da qualche anno, studiosi e autori parlano dell’importanza di un sapere che sia trasversale a diverse discipline, non solo tecnico-specialistico. Un sapere in grado di integrare, mescolare, fondere diverse competenze, saperi, abilità. Permette di guardare un problema da diversi punti di vista, dando molteplici soluzioni, talvolta impensabili. 

 

Multicompetenza e contaminazione

Pensiamo a coloro che Giulio Xhaët definisce “contaminati”, nel suo libro #Contaminati: connessioni tra discipline, saperi e culture (2020). Si tratta di una risposta umana agli algoritmi tecnologici, ossia chi può avere successo nella vita grazie ad una connessione ibrida tra tecnica ed umanistica. 

Emerge quindi la necessità di essere “multicompetenti”, anche in virtù del fatto che il mondo sta cambiando rapidamente. La multicompetenza di una persona è data dalla capacità di trasferimento di saperi acquisiti nei vari ambiti di vita, permettendo così delle connessioni generative di innovazione.

Ecco perchè è utile per ciascuno di noi ripensare a chi siamo e a chi vorremmo essere. Ibridare le proprie competenze per vivere da protagonisti in un’organizzazione ibrida. Bisogna investire ancora una volta sulla competenza e sul ruolo: vi presentiamo il role crafting. 

 

Role crafting: cos’è

Il role crafting può essere considerato come un comportamento di cambiamento autonomo e spontaneo, che i collaboratori si impegnano a mettere in atto con l’obiettivo di alimentare il proprio ruolo e le proprie responsabilità verso l’azienda.

Il role crafting permette di vedere il lavoro in un modo nuovo, di renderlo più coinvolgente e soddisfacente. Permette di allineare con le proprie inclinazioni, motivazioni e passioni, in modo che possa avere risvolti positivi a livello individuale, di gruppo e organizzativo. 

 

Crafting del compito, relazionale, cognitivo

Al fine di perseguire tale obiettivo, le persone possono mettere in campo diverse strategie atte a modificare il loro ruolo e i compiti ad esso legato. Le tecniche del role crafting sono tre: 

  • Compito: prevede la modifica da parte dei collaboratori dei propri confini di ruolo, modificando le proprie attività e responsabilità, anche nelle modalità di assegnazione di tempo, energia e attenzione. 
  • Relazione: implica il cambiamento nella natura delle interazioni legate all’esecuzione delle proprie attività.
  • Cognizione: consiste nel cambiare il modo in cui si pensa allo scopo delle attività, delle relazioni e del lavoro nel suo insieme.

Diciamo quindi che il role crafting ci aiuta a migliorare le performance, bilanciando le richieste di lavoro con le risorse a nostra disposizione, diminuendo il rischio di bornout. Infatti, i collaboratori si riconoscono più efficaci, perché ottimizzano in modo proattivo la loro situazione di lavoro. Inoltre, migliorano la corrispondenza tra il proprio ruolo e le loro esigenze, determinando un maggiore impegno sul lavoro e migliori prestazioni.

 

Role crafting: perchè e per chi

Il role crafting è un comportamento di cambiamento attivo. In quanto tale è necessario che nasca dalle persone, seppur spinte magari da diverse esigenze. Queste, infatti, possono sentire il bisogno di:

  • esercitare un controllo sulla propria attività lavorativa, in modo da evitarne l’alienazione;
  • creare un’immagine positiva di sé nel lavoro che si svolge;
  • relazionarsi con i propri collaboratori.

Desiderare un nuovo approccio alla propria attività lavorativa, per aumentare il proprio coinvolgimento nei confronti dei compiti e del ruolo che si ha, per coltivare impegno e soddisfazione lavorativa, si rivela ancora più importante in un’epoca in cui l’insoddisfazione è la regola e le persone sono costrette nelle proprie abitazioni. 

Ecco perché si rivela essere un’attività adatta a tutte le professioni e a qualsiasi livello organizzativo: fare il crafting del proprio ruolo, ovvero modellare il proprio ruolo lavorativo per adattarlo alle proprie esigenze e ai propri desideri.

 

Role crafting: e dopo?

Il role crafting ha conseguenze a livello individuale, generando benefici in termini di benessere e crescita personale. 

Possiamo quindi dire che il role crafting è volto ad aumentare le risorse trasversali, come l’autonomia, la responsabilità, la resilienza; le richieste lavorative sfidanti che incentivano lo sviluppo professionale; infine è volto a diminuire le richieste lavorative ostacolanti e il rischio di bornout. 

In particolare, possiamo considerare le risorse trasversali come quelle risorse non solamente legate all’ambito organizzativo. Sviluppare a livello organizzativo risorse come l’autonomia, la responsabilità e la resilienza porta a un miglioramento a tutti i livelli di vita delle stesse, proprio per la loro peculiare trasversalità a ogni sfera personale. L’applicazione e la concretezza sarà poi determinata dallo specifico contesto. 

 

Role crafting e smartworking

Oggi, in questo mondo digitale, dove tutti siamo più o meno obbligati allo smartworking, molto è demandato al singolo collaboratore che deve imparare a gestire le sue attività lavorative in autonomia per la maggior parte del tempo. Alla luce di ciò, emergono in maniera sempre più preponderante degli aspetti che risulta essere necessario sviluppare nelle persone. 

In tal senso, il role crafting, come abbiamo visto insieme, permette di implementare alcune caratteristiche che sempre più spesso possono avere la necessità di essere rinforzate, in particolar modo ciò può accadere con lo smartworking. 

Il coinvolgimento e l’engagement sono gli aspetti fondamentali per una buona pratica lavorativa, che però nel lavoro a distanza si rischia vengano meno. In quest’ottica, un’azione di cambiamento di role crafting può aiutare le persone a una gestione proattiva della propria attività lavorativa in modalità a distanza. 

 

Autonomia

Un altro aspetto comune tra lo smartworking e il role crafting, è l’autonomia. 

L’autonomia è una capacità sempre più necessaria e richiesta nelle organizzazioni ibride e, nello specifico, nella situazione di lavoro da casa alla quale molti di noi sono costretti. Da qui, l’importanza di una strategia che acuisca tale capacità e in tal senso il role crafting ne permette uno sviluppo. 

Infine, la resilienza è la capacità di una persona di far fronte in maniera positiva ad eventi difficili. Negli ultimi anni, sempre più spesso, la resilienza è stata ricercata nelle persone all’interno delle organizzazioni. Oggi questa ricerca si è trasformata a tutti gli effetti in una necessità: le persone si trovano a far fronte a una situazione lavorativa nuova e alla quale non erano preparati, essere resilienti le aiuta dunque a gestire l’incertezza del momento. Il role crafting si pone come supporto allo sviluppo di questa capacità, in quanto promuove l’aumento delle competenze e la crescita personale, rendendo capace le persone di affrontare le situazioni future di difficoltà. 

 

Role crafting: modellare il proprio ruolo

Role crafting: modellare il proprio ruolo. Si, ma come? Il role crafting si rivela quindi essere una pratica utile, in generale, perché permette alle persone di ri-modellare la propria attività lavorative, secondo i propri desideri, esigenze ed inclinazioni.
Nello specifico, per la particolarità del tempo che stiamo attraversando, è ancora più importante riflettere sul role crafting e la possibilità di attuarlo. 

Siete curiosi di saperne di più? Vi consigliamo una lettura: Team Management, Sandra Casagrande (2020) (è disponibile qui: link). Rimanete sintonizzati… scopriremo insieme come praticarlo e quali aspetti imprescindibili dobbiamo considerare per essere efficaci!

 

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